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Bianco, verde o violetto? Se parliamo di asparagi, non sbagli mai!

Possiamo annunciarlo ufficialmente: è iniziata la stagione degli asparagi!
Aprile e maggio sono i mesi dedicati alla raccolta di questo ortaggio gustoso, versatile e dalla lunga storia.
Sembra infatti che l’asparago fosse già conosciuto e utilizzato più di 2.000 anni fa nell’antico Egitto, da dove si sarebbe poi diffuso in tutte le civiltà del Mediterraneo: il suo nome deriva dal termine persiano “sperega”, ovvero germoglio, da cui il greco “asparaghos”, ovvero “pieno di linfa”.
E non potrebbe esserci descrizione più efficace, visto che gli asparagi sono un vero concentrato di benessere! Sono ricchi di fibre, potassio, vitamine e acido folico, elemento prezioso in particolare per le mamme in dolce attesa.

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La parte commestibile della pianta di asparago è appunto il suo germoglio, o turione, che sbuca dalla terra e – a seconda del metodo di coltivazione – assume tre diverse colorazioni:

• il più diffuso in Italia è l’asparago verde che germoglia completamente esposto alla luce del sole, ha un sapore marcato e più tendente al dolce;
• meno conosciuto è l’asparago violetto, dal sapore fruttato e amarognolo, è in realtà un asparago bianco che riesce a fare capolino da sottoterra e, vedendo la luce, acquista un colore lilla abbastanza uniforme;
• il più coltivato a nord è l’asparago bianco, che germogliando interamente sotto terra (e quindi in assenza di luce) ha un sapore delicato e meno vegetale.

Quest’ultimo sistema d’allevamento pare abbia origini cinquecentesche, quando casualmente un contadino dell’epoca scoprì alcuni asparagi dimenticati sottoterra, notandone poi la particolare delicatezza di gusto ☺

Un semplice consiglio per cucinare gli asparagi

Se non hai l’apposita pentola per cucinarli interi, ecco un piccolo consiglio: pareggiali sul fondo perché siano della stessa lunghezza, quindi legali con dello spago da cucina (un giro vicino alle punte e un giro vicino alla base) in mazzetti di medie dimensioni. A questo punto immergili in piedi nell’acqua in ebollizione in una pentola alta e stretta, tenendo le punte fuori dall’acqua, e copri con un coperchio. In questo modo, i gambi più fibrosi verranno lessati mentre le punte, più delicate, cuoceranno a vapore.

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