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Puglia: recuperare il senso di appartenenza alla comunità

Per andare avanti occorre guardare indietro.
Per dare nuova forma al nostro futuro dobbiamo guardare al nostro passato. O, meglio ancora, dentro una scatola di latta.
È questo il pensiero da cui è partito Gianluca, chiedendosi come recuperare il senso di appartenenza alla comunità, quell’antica alleanza tra i cittadini uniti per tutelare i beni comuni. Come nelle vecchie scatole delle nonne nascoste in soffitta, piene di lettere, fiori secchi e fotografie sbiadite, così nelle passeggiate spontanee (e gratuite) che si creano su invito di Gianluca, si ritrovano tracce tangibili di ricordi e storie dimenticate, che raccontano il Salento e la sua gente.
Passo dopo passo, Gianluca è diventato il custode sociale di questa scatola particolare, uno scrigno di segni preziosi che partono dal passato e, arricchendosi di bellezza artistica, umana e culturale, diventano tesori del presente. Passeggiare per concedersi di curare lo sguardo, per svelare prima di custodire; passeggiare per incontrare, per accorgersi di chi abbiamo vicino. Come un fiabesco pifferaio magico, Gianluca vagabonda per paesi e paesini del sud della Puglia suonando una musica ammaliante che invita tutti a uscire di casa e a guardarsi negli occhi, stringersi la mano. Da tre anni “La Scatola di Latta” (questo il nome del progetto) se ne va in giro sulle gambe di anziani, adulti e bambini, artisti e poeti, attraverso quartieri malfamati, antiche pagliare, orti e strette vie per raccontare e raccontarsi, per conoscere e conoscersi, per ascoltare e ascoltarsi.
Storie di ordinaria resilienza, di erranza, ma soprattutto di “restanza”, come ha usato dire l’antropologo Vito Teti. È infatti questo il senso più prezioso di questo camminare spontaneo: restare, riscoprendosi vicini, non più soli. Il restare che si trasforma in un atto di coraggio, un sacrificio, che diventa una tela tessuta intorno al senso di comunità, di solidarietà e di vicinanza.
“La Scatola di Latta” insegna che allearsi è la più grande rivoluzione del nostro tempo, perché i processi creativi che si innescano, rimodulano il rapporto della comunità con il proprio territorio.
Legami che si rinsaldano, amicizie che nascono, reti che si espandono, quasi a rammendare un tessuto di risorse, competenze e saperi di cui è ricco ogni luogo, anche se spesso ignorati. Allora succede che ti ritrovi a festeggiare un compleanno in una vecchia masseria insieme a un pastore e alle sue capre joniche, oppure sotto un lampione di notte a decantare poemi o ad ascoltare storie di anziani fuori dalle case: nulla di organizzato, niente che si può ripetere, solo la magia del momento, spontaneo e improvviso, che si crea dove le persone si uniscono e si stringono insieme per ritrovarsi umane. Passa infatti di qui l’umanità, attraverso il recupero di emozioni antiche che stanno tutte dentro questa scatola magica.
Chiedo a Gianluca che cosa è cambiato in questi anni di erranza attraverso il Salento: la gente ora si accorge del luogo in cui vive, percependone la bellezza inesplorata, notandone anche le mancanze, le carenze. Così da cittadini erranti si diventa protagonisti del proprio territorio, rimboccandosi le maniche per renderlo migliore. In questo modo, recuperare il senso di comunità, l’alleanza fra cittadini, acquisisce il suo significato più profondo, ovvero quello di prendersi cura dei beni comuni materiali e immateriali, tangibili e intangibili, a volte manifesti, altre nascosti, per camminare insieme verso un nuovo futuro, lontano dalla solitudine, lontano dall’oblio.

Gianluca Palma
Botrugno (LE)
Ideatore e fondatore de “La Scatola di Latta”
associazionelascatoladilatta.wordpress.com