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L’acqua minerale

L’acqua naturale, quella che consumiamo comunemente, contiene moltissime sostanze disciolte, soprattutto sali minerali, la cui qualità e quantità dipende dalle caratteristiche ambientali della fonte. È per questo motivo che si può considerare l’acqua naturale come sinonimo dell’acqua minerale. 

 

Data la sua importanza, l’acqua minerale è oggetto della legislazione italiana. Più propriamente dunque, la legge definisce l’acqua minerale come quella che ha origine da una falda o da un giacimento sotterraneo che si contraddistingue per purezza e altre proprietà favorevoli alla salute. Gli unici due trattamenti ammessi, per essere acqua minerale DOC, sono quello per l’eliminazione di sostanze inquinanti e quello per l’aggiunta di anidride carbonica nella produzione di acqua frizzante. 

 

Esistono ben quattro tipi d’acqua minerale, distinte in base al residuo fisso, cioè il contenuto totale di sali minerali: acque minimamente mineralizzate (meno di 50 mg/litro),  acque oligominerali (50-500 mg/litro), acque minerali (500-1500 mg/litro) e acque fortemente mineralizzate (più di 1500 mg/litro). 

 

Ogni acqua ha le sue caratteristiche, se la minerale è la più comune, quella minimamente mineralizzata, per il suo basso apporto di sali minerali, favorisce la digestione. Le oligominerali, invece, stimolano la diuresi e le acque fortemente mineralizzate sono indicate come integratori naturali di sali minerali. 

 

Esistono anche due ‘marchi’ per l’acqua minerale: c’è l’acqua di sorgente, che indica la provenienza dalle migliori falde acquifere, e l’acqua da tavola, quella, cioè, imbottigliata dal rubinetto. Questi due tipi di acqua, per legge, devono essere etichettati come acqua destinata al consumo umano. 

 

Per stabilire la qualità dell’acqua basta leggere con attenzione le indicazioni presentate sulla bottiglia e sull’etichetta. È bene che le bottiglie di plastica siano in polietilene tereftalato, una delle materie plastiche meno tossiche; per averne la certezza basta controllare che sulla confezione sia indicata la sigla PET



La qualità dell’acqua è espressa anche attraverso la quantità di nitrati, nominati anche come ione nitrico o NO3- , che non deve essere superiore, per legge, ai 45mg/l, per le acque minerali comuni, e ai 10mg/l per le acque destinate all’infanzia. 

 

Attraverso l’acqua giusta è possibile garantirsi una buona dose di calcio, comparabile con quella contenuta nel latte e nei suoi derivati senza però la controindicazione delle calorie, dei grassi saturi e del colesterolo. Occhio all’etichetta, dunque: un buon quantitativo di calcio è di 300 mg/litro o più. Per l’assimilazione completa del calcio è meglio non eccedere con l’acqua troppo gassata e scegliere l’acqua povera di sodio (non più di 50 mg/litro) e di solfati (non più di 250 mg/litro) ma ricca di  bicarbonato. Un modo utile per capire se l’acqua è ricca di solfati è l’indicazione del pH alla sorgente sempre riportata sull’etichetta: questo valore varia da 6,5 a 8,0 e più è basso e maggiore sarà il contenuto di solfati.  Un’ulteriore prova per comprendere la presenza più o meno ricca di minerali nell’acqua è data sul valore della conducibilità elettrica specifica a 20°C: questo dato di solito oscilla tra 100 e 700 µS/cm e più è alto e maggiore sarà la quantità di minerali disciolti nell’acqua. 

L’acqua, ricordiamolo, è un nutriente essenziale: leggi perchè