loading

La vita è…adesso

È incredibile come piccoli segni, brevi sequenze di numeri e lettere possano essere densi di significato. Chiunque di noi dà alla sigla “COVID-19” un senso proprio e personale, ma ciascuno, quando vi posa gli occhi o la mente, si sente pervaso da emozioni che spaziano dalla più blanda inquietudine alla più accesa ansia, dalla motivata paura al, purtroppo, pesante dolore: l’anno 2020 resterà negli annali della storia sanitaria mondiale.
Le esperienze difficili hanno bisogno di tutte le nostre energie per essere affrontate e gestite ma, nel momento in cui ne viene superato l’apice, il valore massimo, e inizia il processo di “ricostruzione”, allora ci viene offerta un’occasione imperdibile: davanti a un inevitabile bivio possiamo decidere di risollevarci più fatalisti e fragili oppure più consapevoli, saggi, forti e con prospettive e obiettivi diversi.

Tutti noi ci troviamo, proprio in queste settimane, in un momento propizio a un potenziale straordinario cambiamento: nel nostro Paese non possiamo ancora dire di avere vinto l’epidemia ma i dati statistici iniziano a essere confortanti, la vita sta cercando di riprendere il suo corso e allora, prima di rituffarci a capofitto nei ritmi frenetici che non vedevamo l’ora di ritrovare e prima di lasciar sfumare volentieri nell’oblio quanto abbiamo vissuto negli scorsi mesi, regaliamoci qualche minuto per riflettere: cosa potremmo imparare da questa frazione di vissuto?

Vogliamo scegliere di riemergerne più forti?

Questo piccolo, micidiale virus ha riportato alla nostra attenzione concetti importanti: il nostro potente “primo mondo” non è invulnerabile, l’uomo rimane un essere fragile nonostante la pace, la relativa agiatezza, il travolgente ritmo del progresso e della tecnologia e le vittorie della scienza e della medicina gli abbiano permesso di illudersi di non esserlo più. Osserviamo alcune peculiarità di questa epidemia: le categorie maggiormente colpite sono, e non ci sorprende, quelle che tutti riconosciamo come le più vulnerabili: gli anziani e le persone con compresenza di altre gravi patologie.
C’è però un altro dato significativo: tra gli individui più giovani senza compresenza di evidenti patologie, quelli che hanno sviluppato sintomi di COVID-19 gravi o gravissimi sono in maggioranza soggetti all’apparenza sani ma che presentano quella che viene chiamata “sindrome metabolica”, una condizione che può essere caratterizzata da valori alti di colesterolo, trigliceridi, glicemia e pressione arteriosa oltreché da una circonferenza addominale importante. La sindrome metabolica comporta un’infiammazione corporea generalizzata cronica che ci rende più a rischio di infarti, ictus, tumori e indebolisce il nostro sistema immunitario: all’apparenza siamo in salute, nella realtà ci troviamo fragili senza nemmeno saperlo.

Il filosofo Gadamer fa riflessioni stimolanti sul concetto di salute affermando che sappiamo approssimativamente in cosa consistano le malattie, le quali si manifestano come qualcosa che oppone resistenza, che si misura dandone un valore clinico e va vinto.

Al contrario, la salute non può essere misurata: è nella sua essenza restare nascosta anche se possiamo percepirla come una specie di senso di benessere, una sensazione di essere intraprendenti. A differenza della malattia, della salute non ci si preoccupa, anzi non si è mai consapevoli di essere sani.

Questa “Fase 2 del COVID-19” può allora diventare il momento in cui possiamo prendere atto del fatto che siamo sì fragili ma non indifesi, che possiamo dare una direzione alla nostra vita, scegliere di essere resilienti, di spostarci dalla nostra zona di comfort e farci potenti del fatto che, se non possiamo cambiare gli accadimenti della vita possiamo però, anzi, dobbiamo, forgiare noi stessi, diventare protagonisti e scultori del nostro essere e quotidiani ricercatori convinti del nostro benessere. Iniziamo a reagire e agire: scopriremo quanto sia soddisfacente scegliere e attuare strategie positive per la nostra salute!

PER APPROFONDIRE: La salute come strumento di crescita

Il cibo è un mezzo per apportare benessere, energia e salute, non ha solo lo scopo di soddisfare il nostro gusto: scegliamo consapevolmente cibo “buono”…anche in senso qualitativo. Il corpo è una macchina progettata per muoversi, allora muoviamola un po’. Non è necessario metterla sotto sforzo ma manteniamola attiva ogni giorno. Manteniamo la nostra mente lucida e libera da alcol e da ogni tipo di fumo anche nei momenti di svago e, chissà, potremo magari essere piccoli enzimi di salute anche nella nostra cerchia di amici, spiegando le nostre  motivazioni: la libertà è un nostro diritto. Impariamo a riconoscere e gestire lo stress trasformandolo da possibile logorio quotidiano in occasioni per esplodere di energia produttiva. E ricordiamoci che dormire non è una perdita di tempo ma è una necessità per il nostro benessere.

Questo è il momento! Costruiamo un rapporto nuovo, soddisfacente e benefico con noi stessi, con la nostra famiglia, con la società in cui viviamo e con l’ambiente.
È un nostro diritto. È un’opportunità che non possiamo sprecare. È un’avventura che vale la pena di essere vissuta appieno, a partire da subito.