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Il profondo legame tra salute e bellezza

“Dipende da noi essere in un modo piuttosto che in un altro. Il nostro corpo è un giardino, la volontà il giardiniere. Puoi piantare l’ortica o seminare la lattuga, mettere l’issopo ed estirpare il timo, far crescere una sola qualità di erba o svariate qualità, lasciare sterile il terreno per pigrizia o fecondarlo col lavoro. Il potere e l’autorità dipendono da noi.”

Così scriveva Shakespeare agli inizi del 1600 nell’Otello.

Il concetto di impegno per la cura di se stessi, di lavoro sul proprio terreno biologico per far fiorire la bellezza che ogni organismo può esprimere è ben noto fin da tempi antichissimi. L’essere umano ha sempre avuto un culto della bellezza che nasce probabilmente dal legame stretto che esiste tra bellezza, funzionalità e salute. Ognuno di noi è dotato di una bellezza naturale unica e ha il diritto e il dovere di esprimerla al meglio.

Dovremmo tutti capire che ricercare la bellezza significa riscoprire la salute. La bellezza è stata nei secoli cantata dai maggiori poeti, immortalata in dipinti e sculture, esaltata, goduta, rimpianta, invidiata. Ma se si pensa alla natura, se ci si rivolge al mondo della scienza, la bellezza acquisisce criteri e canoni meno individuali: la freschezza, l’armonia, la purezza, il vigore, la forza e la salute sono esempi di bellezza naturale.

Il dualismo tra mente e corpo, tipico della cultura occidentale, ha sortito i suoi effetti anche sulla bellezza. Nel tempo abbiamo esaltato la bellezza spirituale e progressivamente considerato quella fisica come effimera e ingannevole. Ma alla fine continuiamo a desiderarla a tal punto da finire con l’inseguirla a tutti i costi.

Sarebbe invece più utile ed equilibrato considerarci un tutt’uno, un insieme di corpo, mente e spirito, entità capaci nella loro unione di manifestare bellezza anche se in modi diversi.

La vita di ognuno di noi avviene dentro un corpo che può essere fonte di piacere fisico ed emotivo così come di dolore e sofferenza. In ogni caso, visto che non possiamo liberarcene, non sarebbe più sensato prendersene davvero cura? Non dovrebbe essere naturale cercare di migliorarne la funzionalità?

E se è una bellezza naturale che accetta con grazia i segni del tempo quella che ricerchiamo, non dovremmo essere spaventati dai modelli di bellezza artificiali che presentano labbra e seni rifatti con lo stampino e la pelle massacrata dai lifting?

La vera bellezza è intimamente collegata all’armonia, al benessere psicofisico e alla salute ma è visibile a qualsiasi età: emerge anche tra le rughe e i capelli grigi senza paura e a testa alta.

La percezione della bellezza è anche legata all’autostima e all’amor proprio, permette di sentirsi meglio con noi stessi e per questo anche più a nostro agio con gli altri. E dedicarsi alla ricerca della vera bellezza non ha nulla a che fare con il narcisismo ma semmai con un profondo apprezzamento per la vita e la sua realtà.

Allo stesso modo, non si tratta affatto di aderire a qualche modello preconfezionato di bellezza da copertina né di rifiutare con sdegno i propri difetti, ma piuttosto di andare alla ricerca con pazienza e dedizione di un’armonia più complessiva e profonda. In fondo essere belli vuol dire esprimere sempre e comunque il meglio di sé, sul piano fisico ma forse ancora di più su quello emotivo. La bellezza senza struttura interiore perde improvvisamente ogni suo fascino.

Se salute e bellezza sono le massime manifestazioni dell’armonia dell’organismo e sono tipiche della giovinezza, la malattia e l’invecchiamento rappresentano una qualche perdita di armonia del corpo e della mente. I confini tra salute e malattia non sono netti come la medicina ama descrivere, ma piuttosto sfumati. Si tratta di un progressivo logorio causato dal tempo che passa. Questo logorio può però essere contenuto e ridimensionato da una buona manutenzione, da un regime di vita che minimizzi i danni e ottimizzi le capacità di riparazione.

Il desiderio di bellezza, se nutrito correttamente, può essere un ottimo mezzo per raggiungere salute e armonia.

In fondo dobbiamo capire che la qualità della nostra vita è determinata in primo luogo dalle nostre interpretazioni, comprese quelle che esprimiamo quando ci guardiamo allo specchio.