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Emanuela Caorsi: la mia storia e il mio incontro con Di Vita magazine

Nonostante abbia raccontato la mia storia centinaia di volte, ogni volta che lo faccio mi emoziono. Mi emoziona rivivere i momenti di profondo smarrimento, mi emoziona riassaporare la rinascita e rivivere l’intenso cambiamento che è avvenuto in me negli ultimi anni. Tutto è iniziato a causa di una salute da sempre un po’ vacillante fino al tracollo, nel 2010, con la diagnosi di celiachia, dopo mesi passati a star male senza capirne il motivo. Sentirti dire dall’oggi al domani che non puoi più mangiare tutto quello che avevi amato fino a quel momento è stato un colpo basso. A maggior ragione per me che avevo 24 anni, che conoscevo benissimo i sapori di tutte quelle cose buonissime che non avrei mai più potuto assaggiare. Un iniziale sconforto ha dato spazio alla voglia di rivincita: io volevo continuare a mangiare cose buone e, così, quello che fino ad allora era solo un passatempo, si trasforma nella passione più grande della mia vita: la cucina. In tutto questo mi ero appena laureata in Ingegneria e avevo subito iniziato a lavorare in un prestigioso studio come strutturista. Dopo un mese, la prima crisi esistenziale: “Voglio fare la cuoca”. La mia passione per la cucina era fortissima ma dentro di me sentivo che non era ancora il momento per il colpo di testa.

Mi trasferisco a Sydney per lavoro. Vivevo in una casa meravigliosa a due passi dal mare e progettavo strutture pazzesche, eppure, dentro di me sentivo che non ero felice. Mangiare senza glutine non aveva risolto nessuno dei miei problemi e continuavo a non sentirmi bene. Mi sentivo intossicata. A Sydney scopro il mondo del healthy food: scopro nuovi ingredienti, nuove ricette, nuovi “credo alimentari” fino a quando un giorno, dall’oggi al domani, decido di diventare crudista. Crudista? Sì, ho mangiato solo verdura, frutta, frutta a guscio e semi crudi per otto mesi. Una follia, lo so. Ma quella follia così estrema mi ha permesso di capire che il cibo può essere davvero la nostra più preziosa medicina. Il cambiamento profondo che inevitabilmente comporta un’alimentazione così estrema mi aveva fatta rinascere: mi sentivo piena di energia, l’intestino funzionava alla grande, le mie occhiaie scomparvero e la mia pelle diventò luminosissima. Mi sarei dovuta fermare dopo un mese ma, testa di rapa come sono, ho continuato creando più danni che altro. La cosa più importante, però, è che in quel periodo tutto matto io ho avuto la mia rivelazione, ho capito quale fosse la mia missione: aiutare le persone a capire quanto fosse importante l’alimentazione e come “semplicemente” scegliendo un alimento piuttosto che un altro avrebbero potuto dire addio a tanti malesseri con cui si erano convinte di dover convivere. Il momento del colpo di testa era arrivato.

Decido di lasciare il mio lavoro da ingegnere, rientro in Italia e condivido le “incredibili” scoperte che avevo fatto. Indipendentemente dal percorso che avevo fatto io, avevo capito che il cibo era molto di più di un conteggio di calorie o di macronutrienti, il cibo era molto di più e per comprendere cosa fosse quel “di più” mi iscrivo alla Canadian School of Natural Nutrition. Volevo portare in Italia l’approccio innovativo e rivoluzionario all’alimentazione che avevo visto e vissuto in Australia ma con delle solide basi. Iniziando a studiare mi resi conto che quel malessere che provavo da tempo era legato a una candida sistemica che mi stava devastando: ciò che mi uccideva più di tutto erano il non digerire più nulla, una fortissima depressione e una sensazione di non essere me stessa, come se qualcuno agisse al mio posto.

Inizia allora una battaglia lunghissima fatta di tanto star male da non aver neppure la forza di piangere. Una battaglia che mi fece diventare di ghiaccio. Una battaglia che, però, lottando con tutta me stessa, anche grazie al prezioso aiuto di un medico, ho vinto. Una battaglia che mi ha permesso di raggiungere una consapevolezza incredibile del mio corpo: ora so cosa significa stare bene ed essere in equilibrio. Questa esperienza mi ha fatto scoprire un nuovo valore, quello che cerco di trasmettere ogni giorno: il valore dell’ascolto del proprio corpo. Imparare a capire i messaggi che il nostro corpo ci manda è la chiave per il benessere così come è di fondamentale importanza capire che siamo tutti diversi e che è sacrosanto seguire ciò che dice il proprio corpo e non la dieta del momento. Ho capito che siamo macchine perfette che, se alimentate con la “benzina” corretta, ci permettono di percorrere strade meravigliose.

Ho, però, anche capito che siamo macchine con un’anima. Un’anima fatta di un vissuto e di emozioni. Emozioni che spesso tendiamo a soffocare o ignorare. Emozioni che devono venire a galla per trovare quell’equilibrio a cui vogliamo aspirare. A Sydney, non appena sono diventata più consapevole del mio corpo grazie all’alimentazione, ho subito capito che del mio cuore conoscevo ben poco se non ciò che mi raccontavo in modo estremamente razionale. L’idea di esplorare questo mondo a me ignoto mi spinse così a iniziare a praticare yoga. Sul mat (materassino) scopro le mie fragilità. Scopro di non essere forte come credevo di essere. Praticare mi permette di aprire una fessura nella corazza che avevo creato per proteggermi. Ero pronta ad andare a scavare nel profondo. E così, un giorno per caso, rientrata a Genova, incontro colei che diventerà il mio Angelo Custode, con la quale inizio un percorso di crescita personale che mi permette di lasciar andare emozioni, preconcetti e paure e mi aiuta a tirare fuori la vera me. Imparo così che siamo macchine perfette con un’anima delicata troppo spesso avvolta in una corazza. Un’anima che crede di essere sola e di dovercela fare sempre e solo con le proprie forze. Ma non è così. Noi non siamo mai soli. Dobbiamo solo iniziare a chiedere aiuto e questo arriverà molto più in fretta di quanto possiamo immaginare. Un’anima che deve fidarsi e affidarsi non perdendo mai la speranza consapevole che tutto ciò che accade succede per un motivo e che il risultato finale sarà sempre la felicità.

La mia vita e il mio percorso mi hanno permesso di capire quale sia la mia missione: aiutare le persone ad amarsi di più, a diventare consapevoli della loro incredibile forza. Non mi ergo a guru, voglio solo essere un esempio: se una ragazza normale, come sono io, che ne ha passate di tutti i colori, è riuscita a raggiungere la serenità per la quale ha lottato con umiltà per anni, allora tutti ce la possono fare.

In Di Vita magazine ho ritrovato i miei valori: la voglia di condividere un percorso volto al benessere, la voglia di motivare le persone a prendersi cura di loro stesse, non solo attraverso una sana alimentazione ma invogliandole ad andare oltre, a scavare nel profondo. Perché, è inutile nasconderlo: prima di essere materia siamo energia e la nostra energia è legata sì a ciò che mangiamo, ma anche, e soprattutto, alle emozioni che proviamo.