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Cibi grassi: droga per il nostro organismo

“Una patatina tira l’altra”: un modo di dire che, oggi, ha anche un suo fondamento scientifico.

Un’equipe di ricercatori italiani e americani dell’Università di Irvine (California) coordinati dal prof. Daniele Piomelli, ha scoperto che i cibi contenenti alte percentuali di grassi inducono l’organismo ad attivare gli endocannabinoidi, ossia sostanze chimiche naturali prodotte nell’intestino che stimolano l’assunzione ulteriore di grassi.

Il meccanismo che si innesca parte dalla lingua: quando una sostanza lipidica viene ingerita, genera e trasmette un segnale al cervello, che poi lo trasferisce all’intestino dove vengono appunto prodotti gli endocannabinoidi.

Questi attivano in sequenza la produzione di altre cellule che originano un desiderio insaziabile di cibo. È provato, a questo punto, che essi giocano un ruolo fondamentale nella quantità di assunzione dei cibi grassi e che, una volta avviata questa fase, si possa quasi parlare di tali cibi come di una vera e propria droga. L’oggetto dello studio che è stato condotto sono state le patatine fritte, ma i risultati possono tranquillamente essere allargati a qualsiasi cibo particolarmente grasso.

 

Quello che però noi teniamo a sottolineare è che la frittura non è la sola ed unica soluzione quando si tratta di patatine o simili.

Si sa che la maggior parte dei cibi se fritti sono molto più gustosi, ma è vero anche che essi risultano certamente più pesanti, grassi e calorici.

Le alternative ci sono: sempre più spesso si possono trovare nei supermercati le chips da cuocere in forno. Ancora meglio sarebbe preparare le patate da sé, evitando così quelle già pronte.

 

Al posto della frittura?

Possiamo prendere esempio anche da quanto accade nei paesi asiatici, soprattutto in Giappone, dove è molto utilizzata la frittura sotto vuoto a bassa temperatura, in particolare per i cibi molto zuccherini, che permette di conservare gran parte delle vitamine dell’alimento.

Un’altra tecnica che arriva sempre da quella parte di mondo è il processo di asciugatura a vapore: raffiche di vapore al posto dell’olio per cuocere nel nostro caso le chips, aumentandone la croccantezza senza dispersione di vitamine.

 

Martina Bortolami