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La vera bellezza? È nell’amore

Oggi tendiamo ad avere un’idea della bellezza come qualcosa che riguarda soprattutto l’esterno della realtà, mentre esiste anche una bellezza profonda che è invece interna alle cose, ai fatti e alle persone e che purtroppo riusciamo raramente a cogliere.

Questa idea di bellezza interiore è spiegata poeticamente dagli antichi Greci nella favola di Amore e Psiche: un giorno nacque Psiche, una ragazza talmente bella che la gente accorreva da paesi lontani per vederla. Per questo motivo Venere ne fu gelosa e inviò da lei suo figlio Eros con il compito di farla innamorare dell’essere peggiore che esistesse al mondo, per farla soffrire. Successe che allora Psiche si innamorò proprio di Eros, cioè del Desiderio stesso, temuto dagli dèi e dagli uomini per il suo potere di sconvolgere la vita di ognuno. Da qui partirà il viaggio di Psiche che affronterà molte prove fino a ritrovare Eros, che si era allontanato da lei, e a sposarlo. Da questa ritrovata unione nascerà poi Voluptas, il Piacere Profondo. Nella saggezza del mito, la Bellezza non è quindi soltanto quella di Venere, che balza subito agli occhi, ma è anche quella interiore di Psiche, bellezza che si conquista e si impara a vedere: ma concretamente come si impara a scorgere nella nostra interiorità e in quella del mondo la bellezza profonda?

Impara a vedere l’impegno contenuto nelle cose della vita e del mondo.

Il mito suggerisce, infatti, che la Bellezza si trova nella dimensione interiore della ricerca, dell’impegno e dell’applicazione attiva alle cose della vita.

Carl Gustav Jung ha distinto le quattro principali funzioni psicologiche umane: pensiero, intuizione, sentimento e sensazione.

Con il Pensiero, con la nostra razionalità, siamo in grado di vedere la Bellezza nell’ordine, nella misura, nell’equilibrio, nell’utilità delle cose della vita.
Per il Pensiero la bellezza è utilità.

Con l’Intuizione, invece, siamo in grado di cogliere lo splendore del vero, il senso, il disegno segreto della vita.
Per l’Intuizione la bellezza è verità.

Con il Sentimento, con il prendersi cura di qualcuno o qualcosa, salvarlo, aiutarlo, rendergli giustizia, proteggerlo, sostenerlo, mettiamo il nostro cuore nella realtà che ci circonda.
Per il Sentimento la bellezza è empatia.

La creazione di un piccolo fiore è un lavoro di ere geologiche, di tempi lunghissimi, scrisse il poeta inglese William Blake: se capiamo che Utilità, Verità, Empatia e Piacere non sono presenti nelle cose, nei fatti, nelle persone per un puro caso, ma che sono sempre inserite da qualcuno con impegno e dedizione, allora capiamo che la Bellezza è semplicemente l’Amore che è stato immesso in ciò che è utile, vero, empatico e fonte di piacere profondo.
E così comprendiamo che possiamo imparare a mettere Amore e creare Bellezza, con l’impegno, nella nostra vita e in quella degli altri.

In Giappone sono capaci di dire tutto questo con una sola parola: shibui. Nella descrizione di Yanagi Sôetsu, esperto di estetica, in Giappone ci si riferisce a shibui per descrivere una bellezza non immediata, quasi nascosta:

“Non si tratta di una bellezza mostrata all’osservatore da parte di chi l’ha creata: è chi osserva a dover cercare la bellezza da solo. Quando il nostro gusto diventa più raffinato, conseguiamo necessariamente la bellezza shibui”.

La Bellezza ti chiama dunque ad amare e ti guida in questa impresa: imparando a trovare la Bellezza, scoprirai anche la stella luminosa da seguire nelle tue scelte di vita.