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Amaranto, il falso cereale amico della linea

Leggero e facilmente digeribile, l’amaranto è ricco di fibre, proteine e preziosi sali minerali. Se si cerca un’alternativa al frumento, è un’ottima soluzione, ideale anche per i celiaci. Conosciamolo meglio…

Cos’è l’amaranto

L’amaranto, come la quinoa e il grano saraceno, è uno pseudo-cereale. Pur essendo simile nell’aspetto ai più comuni cereali, infatti, dal punto di vista botanico, non appartiene alla famiglia delle Graminacee, ma delle Amarantacee. Per questo motivo è privo di glutine.

Origine dell’amaranto

L’amaranto è una pianta originaria dell’America centromeridionale, già nota alle civiltà precolombiane (Inca e Aztechi), che lo consideravano un alimento essenziale per il loro sostentamento, al pari di quinoa e mais. Per le sue preziose virtù nutritive, infatti, l’amaranto era ritenuto cibo sacro.

Proprietà e benefici dell’amaranto

L’amaranto è una vera e propria miniera di proteine (15-16%). Contiene in buone quantità la lisina, un aminoacido essenziale (un costituente indispensabile per la costruzione di proteine) che scarseggia nei cereali tradizionali, coinvolta nell’assorbimento del calcio e nella produzione di anticorpi, enzimi e ormoni. Ha un buon apporto di fibre, che svolgono un ruolo positivo sulla flora intestinale e la digestione, ma anche di sali minerali, quali ferro, calcio, potassio, magnesio e fosforo. Essendo gluten free è adatto all’alimentazione di chi è affetto da celiachia e grazie alla sua elevata digeribilità, è consigliato ai bambini nel periodo dello svezzamento, agli anziani, ai convalescenti e anche a chi segue una dieta ipocalorica.

Consigli per usare l’amaranto in cucina

Prima di essere cotto, l’amaranto va lavato sotto l’acqua corrente, poi va bollito in un quantitativo di acqua (o di brodo vegetale) pari a 2 volte quello dei chicchi, con un pizzico di sale per circa 30 minuti in una pentola tradizionale, 20 in una a pressione. Dopo la cottura non va mescolato, ma si deve lasciare riposare per 10 minuti a pentola coperta. Si può insaporire con un soffritto di aglio e cipolla e condirlo con verdure o un semplice trito di prezzemolo e un pizzico di pepe. È ottimo anche nelle minestre di legumi o come base per delle polpette vegetariane o vegane.

Curiosità sull’amaranto

Dopo l’arrivo dei conquistadores spagnoli in Messico all’inizio del 1500, l’amaranto era quasi scomparso in America. È stato riscoperto recentemente verso gli anni ’70, anche se nel frattempo si è diffuso in tutto il mondo, soprattutto in Africa, India e Nepal. Oltre ai chicchi sono edibili anche le foglie, ricchissime di ferro, che si cucinano come gli spinaci, sebbene il sapore ricordi quello dei carciofi. Il nome amaranto deriva dal greco “amarantos”, che significa letteralmente “durevole”, “che non sbiadisce”. I fiori, infatti, mantengono il loro colore brillante anche dopo essere stati essiccati. Non a caso l’amaranto è usato anche come pianta ornamentale.

  1. trovo prodotti contenenti amaranto ? ho sentito che ci sono fiocchi di amaranto. Li trovo all’Eurospar di Reggio Emilia?

  2. Ciao Maria Francesca! Ci dispiace ma al punto vendita Eurospar di Reggio Emilia al momento non sono disponibili prodotti a base di amaranto.

  3. ho letto con interesse l’articolo sull’amaranto e gli anacardi gradirei sapere però, visto che faccio la spese da voi dove trovo i prodotto indicarti.
    Grazie sabrina

  4. Ciao Sabrina! Puoi trovare gli anacardi in diversi nostri punti vendita; per quanto riguarda l’amaranto, invece, non è ancora in assortimento: quindi, grazie mille per lo spunto! Ora abbiamo un buon motivo in più per cercare di inserirlo a scaffale 🙂

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