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Come introdurre il piatto unico in famiglia in 4 mosse

Tutto cominciò così, dall’incontro tra gallinepadovane.it e Despar Nord Est, a un evento nella mia città. L’ho ben raccontato nel mio sito ma l’avevo accennato anche nel mio precedente articolo.

La molla verso l’introduzione del piatto unico in famiglia è scattata osservando lo chef Stefano Polato durante una dimostrazione. All’interno dell’area dedicata a Casa Di Vita lo vidi preparare per gli ospiti un pasto ideale, un piatto unico appunto, realizzato in pochissimo tempo e con molti ingredienti tra cui lenticchie, insalata, pasta, semi… Sono stata così catapultata in alcune considerazioni riguardanti le mie abitudini alimentari, dalla gestione dei pasti nella mia famiglia di origine fino alla vita indipendente, con una famiglia mia e un figlio.

Il mio approccio al piatto unico parte quindi da qui, dalla constatazione di non essere riuscita a trovare la giusta strada per introdurre a ogni pasto tutti gli elementi nutritivi, limitandone la quantità alle giuste dosi e soprattutto risparmiando tempo.

In fondo gli alimenti che mangi oggi sono i mattoncini del tuo corpo di domani.

Il piatto unico in famiglia

Immagino che ora ti starai chiedendo come è avvenuto il momento dell’introduzione del piatto unico in famiglia… curiosità più che legittima. Te lo racconto volentieri.

Mio marito, imprenditore con la passione per la corsa, non ha posto alcun veto. In epoche recenti, proprio per assecondare gli allenamenti e la preparazione a molte gare, aveva già iniziato spontaneamente a variare i suoi pasti/spuntini introducendo tanta frutta e verdura e più proteine.

Lo scoglio maggiore? Mio figlio!
Andrea, quattro anni, è un bimbo piuttosto abitudinario, come buona parte dei bambini d’altronde. Cambiare le certezze del suo quotidiano può talvolta scatenare delle vere e proprie tragedie.
Succede con le cose apparentemente più banali come il cambio del modello di scarpa, il giubbino nuovo, piccoli dettagli a cui è abituato e che gli infondono sicurezza.
Se anche tu sei mamma o papà di un bimbo di pari età, forse ne sai qualcosa!

Pensare di agire anche su di lui con l’introduzione delle logiche del piatto unico inizialmente mi spaventava. “La verdura? Non la mangerà mai!” mi dicevo, e poi “Come faccio con le proteine?” altro nutriente che fatico a fargli assumere…

Come cominciare

Sono agli inizi e il percorso è ancora lungo ma ritengo di aver identificato in queste 4 semplici mosse, le azioni più corrette per introdurre il piatto unico in famiglia trovando il consenso di tutti.

1. Comunicazione

Ho coinvolto tutti raccontando quello che avevo visto all’evento a cui avevo partecipato e come pensavo che un’alimentazione più ricca e bilanciata ci avrebbe giovato. Ok, mio figlio ha soli 4 anni e questi sono decisamente pochi per capire appieno i benefici, lo comprendo, ma è la comunicazione per me la vera vittoria.
Sapere che di lì a breve avrebbe trovato sul tavolo una nuova “conformazione” di pasto, ha contribuito a tranquillizzarlo.

2. Integrazione graduale del piatto unico

Come dicevo prima, anche io devo ancora abituarmi completamente. Devo sicuramente perfezionare l’organizzazione dei pasti, in questo la pianificazione settimanale mi è di grande supporto. Sono agli inizi, ma ho notato che se riservo al piatto unico il momento della cena riesco a organizzarmi meglio e a coinvolgere anche mio figlio nella preparazione, il che è di incredibile aiuto. Nel tempo gli riserverò più spazio sulla mia tavola.

3. Alimenti noti per iniziare

Ho individuato una lista di pietanze e alimenti “confortevoli”, ai quali mio figlio è abituato e che assume con piacere. Li ho quindi ricalibrati sulle logiche del piatto unico per poi introdurre con gradualità nuove pietanze.
In questo modo le prime volte non solo ha gradito ma non ci ha proprio più pensato!

4. Scegli il piatto

Uso il piatto con le percentuali, o meglio, lo metto sul piano di lavoro quando preparo il pasto perché lo trovo utile per tarare gli alimenti e seguire una linea guida chiara. Inoltre mio figlio mi vede usarlo e così anche mio marito, questo li coinvolge e li sensibilizza.
Mi ricorda che sono nel pieno di un percorso i cui benefici sono sì iniziali ma soprattutto a lungo termine.
Poi però, in tutta sincerità, consumo il pasto nei miei piatti abituali.

La scelta di variare le proprie abitudini alimentari è molto personale, lo capisco. Il mio interruttore sono stati anche dei piccoli disagi legati proprio ad un’alimentazione poco equilibrata (nel mio caso il bruciore di stomaco o il gonfiore) e la costatazione che variando ciò che mangio, quest’ultimi svaniscono spontaneamente.

Un’altra forte leva è stata l’organizzazione. Sentivo la mancanza di una maggiore presa di posizione in cucina; sebbene ami cucinare, spesso lasciavo all’estro del momento la gestione dei pasti, trovandomi a replicare senza troppa fantasia la stessa pietanza nella medesima settimana.

Sono figlia della buona organizzazione, avevo proprio voglia che qualcuno mi prendesse per mano e mi desse gli input giusti per fare ciò che sapevo di voler fare ma senza sapere come!