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4 piccoli spunti per guidare i bimbi ad ascoltare le loro emozioni

— Articolo a cura di Francesca Munegato, psicologa dell’età evolutiva. —

La sorpresa davanti a un regalo, la paura del primo giorno di scuola, la rabbia per un no di mamma e papà, la gioia di poter giocare con gli amici: le emozioni sono segnali fisiologici che il nostro corpo e la nostra mente ci inviano per orientarci, metterci in guardia da un pericolo, farci partecipare a qualcosa di bello o aiutarci a prendere una decisione. Noi adulti sappiamo come controllarle il più delle volte, e far sì che non ci travolgano. Ma i bambini? I bambini non sono ancora in grado di filtrare gli stati d’animo attraverso la razionalità, così la loro emotività emerge nelle diverse situazioni in modo amplificato e istintivo. D’altra parte, proprio la manifestazione delle emozioni, anche se turbolenta o “drammatica”, svolge un ruolo importantissimo nella crescita e nello sviluppo, a patto che i bambini imparino, un po’ alla volta, a riconoscere ciò che sentono e a descriverlo. La mamma e il papà sono le prime figure adulte di riferimento a cui il bambino si ispira e si rivolge sin dalla nascita e ricoprono un ruolo indispensabile in questo percorso di autoanalisi, comprensione e consapevolezza che lo porterà a gestire i propri sentimenti senza reprimerli.

Ogni esperienza, ogni momento insieme, è un’occasione di insegnamento utile al bambino per imparare a riconoscere, nominare e quindi gestire tutte le emozioni positive o negative che danno colore alla nostra vita. Insegnare ai bambini a confrontarsi con le proprie emozioni può avvenire, ad esempio, attraverso il gioco, un momento essenziale per imparare ad ascoltare se stessi e gli altri in un contesto spensierato e di divertimento.

Ai bambini, inoltre, piace molto ascoltare le favole. Leggere un libro insieme è un’occasione per raccontare i sentimenti in modo creativo e in molte storie per bambini sono presenti emozioni come la tristezza o la paura. Ecco allora un motivo in più per scegliere la lettura come un momento di condivisione per imparare a esprimere il proprio mondo interiore.

Per andare più nel concreto, poi, applica questi 4 semplici consigli per accompagnare il bambino a orientarsi nell’ampio mare delle emozioni:

1. Darsi tempo

È molto importante che tu, adulto, non reagisca subito alle emozioni del bambino, anche se le sue reazioni emotive tendono a innescare le tue. Prova a lasciargli il tempo di sfogarsi e di capire cosa sta succedendo prima di intervenire. In questo modo il bambino potrà scaricare la sua tensione e, al tempo stesso, apprenderà dal tuo esempio come controllarsi, mettendo uno spazio e un tempo tra ciò che prova e l’espressione del sentimento stesso.

2. Ascoltare e rispettare le emozioni

Ricorda: i rimproveri per un capriccio spesso non calmano l’emozione, al contrario la alimentano. Quando il bambino esprime ciò che prova, anche in modo irrazionale, mantieni un atteggiamento di comprensione e di ascolto empatico e pensa che ha di sicuro una ragione per provare quell’emozione, anche se lui non la conosce ancora. Prova a chiedergli ad esempio “Come ti senti? Perché fai così? Cosa vorresti?” per aiutarlo a fare chiarezza nei suoi sentimenti.

3. Nominare le emozioni

Le emozioni come la rabbia, la tristezza, la paura, ma anche la curiosità, l’euforia e l’amore possono essere ugualmente travolgenti per il bambino. Se confonde, ad esempio, la tristezza con la fame, è possibile che abbia difficoltà nell’esprimere la sua emotività e, lasciato solo, potrebbe essere indotto a cercare consolazione nel cibo, piuttosto che nel rapporto con sé e con gli altri. Tu, adulto, puoi aiutarlo allora ad attribuire un nome ai sentimenti per imparare a identificarli, a esprimerli più facilmente e, nello stesso tempo, a capire che sono sentimenti normali, né buoni, né cattivi.

4. Non colpevolizzare le emozioni

Esistono emozioni giuste ed emozioni sbagliate? La risposta è no. Il problema non sono, infatti, le emozioni, ma come le esprimiamo o non le esprimiamo. Ascolta sempre con apertura e calma il bambino quando condivide il suo stato d’animo e ricorda che i sentimenti non vanno via da soli ma devono essere espressi in un modo o nell’altro. Se ignorati, o minimizzati, infatti, possono trasformarsi in parole e/o azioni aggressive o, rivolti all’interno, possono rendere il bambino ansioso o depresso.