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Il succo di mela

Abbiamo già incontrato il succo di mela nel nostro viaggio alla scoperta delle sane e corrette abitudini alimentari: vi ricordate le 10 alternative più naturali allo zucchero?  

Il succo di mele è una di queste! 

Secondo autorevoli ricerche (tra tutte quella condotta dall’Università di Massachusetts-Lowell), questo succo, proprio come il frutto da cui deriva, è una miniera di virtù nutrizionali che aiutano il nostro organismo sotto moltissimi punti di vista.

Primo tra tutti, un consumo regolare di questa bevanda sarebbe in grado di tenere alla larga il rischio di demenza senile (morbo di Alzheimer) ed avrebbe importanti proprietà antitumorali.

Ricco di vitamine, fibre e antiossidanti, facilmente digeribile: il succo di mela è raccomandato a tutte le età, anche per i bambini come bevanda dolce e… spezzafame!

 

Se non l’avete in casa e non avete modo di acquistarlo, con una sola mela (meglio se di origine biologica) potete facilmente e rapidamente prepararne 2 bicchieri di succo di mela! Ecco come…

Vi occorrono:

1 mela matura

3 bicchieri di acqua

Lavate accuratamente la mela, privatela della buccia e del torsolo e tagliatela a fettine.

Riponete la mela a fette in una padella con l’acqua e fate cuocere a fiamma bassa fintanto che non si sarà ammorbidita e sfatta. Passate quindi il composto al setaccio/passino a maglie fini aiutandovi con un cucchiaino per schiacciarne la polpa e raccogliete tutto il succo, attendendo anche qualche ora perché si depositi tutto nel recipiente.

 

In estate sorseggiate il succo di mela freddo come bibita rinfrescante e dissetante (senza aggiungere zucchero perché è già dolcissimo al naturale!), oppure in inverno  caldo aromatizzato con un pizzico di cannella o di zenzero grattugiato, sapori con i quali si sposa divinamente.

Il succo di mela è inoltre in grado di conferire un sapore delizioso e delicato alle vostre preparazioni sia dolci sia salate.

Provatelo nella cottura al cartoccio irrorando con qualche goccia di succo le vostre pietanze.

Smorza, ad esempio, il retrogusto amarognolo del radicchio di Treviso e dell’indivia e ingentilisce, senza coprirne il gusto, il sapore delle carni bianche (pollo o tacchino ad esempio).